Doppiando Capo Malèas Odisseo entra nel mondo della fiaba: l’eroe perde la strada per Itaca ed il suo viaggio assume i contorni di una fantastica peripezia tra maghe, mostri e luoghi incantati, fino all’approdo nel regno dei morti…
Nulla di strano, quindi, se Capo Malèas si carica di forti suggestioni e non solo letterarie.
Punto obbligato di passaggio per chiunque volesse navigare dall’Egeo allo Ionio, Capo Maleas è divenuto luogo centrale nell’immaginario dei marinai di ogni epoca.
Geograficamente collocato all’estrema punta sud orientale del Peloponneso, questo luogo selvaggio e incantato assumeva (e assume ancor oggi) i contorni di una costa rocciosa e scoscesa dove venti impetuosi di direzione contraria sembrano azzuffarsi provocando tempeste frequenti e molto violente.
Una volta doppiato il capo, gli antichi navigatori potevano imbattersi nel temuto vento di Borea, da Nord, che scoraggiava ogni tentativo di contrastare la corrente, costringendo le navi ad ammainare le vele e sospingendole indefinitamente a sud verso l’ignoto.
Gli Argonauti, Menelao, Agamennone, Odisseo, ed Enea, così come i pellegrini medievali diretti in terra Santa hanno dovuto affrontare questa dura prova, un pericoloso luogo di passaggio, una porta aperta sull’ignoto, premessa di morte o salvazione.
Chi riusciva a passare indenne aveva motivo di vantarsene come risulta persino da alcune iscrizioni tombali.
Doppiare il “Capo Maleas” significava per gli antichi vincere una sfida con se stessi, prima ancora che ingaggiare una lotta per la sopravvivenza ed è con questo spirito che noi intraprendiamo ora questa entusiasmante avventura. La nostra linea editoriale intende dare voce a chi condivide il nostro amore per il mare, il gusto e la passione per i viaggi ed i racconti di tempi lontani.
La Redazione